lunedì 30 aprile 2018

il nome della rosa

IL NOME DELLA ROSA

Breve riassunto:
 Il bene­dettino Adso da Melk ormai vecchio racconta le vicen­de di cui fu testimone nel novembre del 1327 in un gran­de monastero benedettino del Nord Italia dove giunse come segretario del dotto francescano Guglielmo da Baskerville, incaricato di una delicata missione diplomati­ca. Dopo il loro arrivo, l'abbazia viene sconvolta da una serie di morti inspiegabili: prima il miniaturista Adel­mo, poi il monaco Venanzio, quindi l'aiuto biblioteca­rio Berengario, il monaco erborista e il bibliotecario Malachia. Durante i sette giorni di permanenza all'abbazia Gugliemo conduce le ricerche attraverso colloqui, in­terrogatori e osservando il comportamento dei frati. Ben presto comprende che i delitti muovono dalla bibliote­ca, la più grande della cristianità, costruita come un la­birinto il cui accesso è noto solo al bibliotecario. Nella biblioteca esiste poi una sezione finis Afrìcae a tutti inac­cessibile. Guglielmo e Adso riescono a penetrarvi e sciolgono il mistero. Gli omicidi sono opera dell'ex bi­bliotecario cieco Jorge da Burgos che ha voluto impe­dire la lettura di un libro secondo lui pericolosissimo: il secondo libro della Poetica di Aristotele dedicato al­la commedia e al riso e ritenuto perduto. Jorge convin­to che il libro potesse danneggiare la cristianità ne ha avvelenato le pagine e i frati che hanno tentato di leg­gerlo sono morti. Scoperto, Jorge preferisce morire: di­vora il libro avvelenato e da fuoco alla biblioteca.

domenica 29 aprile 2018

l'organizzazione scolastica romana

L'ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA ROMANA


L'istruzione primaria inizia a sette anni e il magister o il litterator insegna a leggere e a scrivere, mentre il calculator insegna il calcolo.
L'insegnamento è impartito attraverso un metodo ripetitivo-mnemonica e coercitivo, con un frequente ricorso alle punizioni corporali. 
All'istruzione secondaria, che dura dai dodici ai quindici anni, accedono solo ragazzi provenienti da famiglie aristocratiche, frequentando le lezioni di un grammaticus. Le materie erano grammatica, logica, retorica, architettura, musica, astronomia, geometria, medicina e aritmetica. 
L'istruzione superiore viene impartita nelle scuole di retorica secondo le indicazioni di cicerone nel De oratore: il magister dicendi o rhetor, l'insegnante di retorica, deve essere un professionista della parola e un esempio morale. Guida gli allievi alla composizione di testi che devono essere recitati. Gli alunni devono essere in grado di eseguire le controversie, dove si sostengono tesi opposte e le suasoriae, dove esortazioni immaginarie sono rivolte a personaggi storici nel momento critico di una decisione da prendere. Lo scopo di questa scuola è quello di preparare un cittadino in grado di itervenire nella vita politica o di intraprendere la carriera forense diventando avvocato.
Queste scuole privilegiano le completenze tecniche. L'istruzione tecnico-professionale viene impartita nel paedagogium a schiavi, liberti e artigiani liberi che ricevono una formazione professionale specializzata. Gli insegnanti di queste scuole vengono istruiti in collegia o corpora corrispondenti alle nostre scuole professionali.

mercoledì 4 aprile 2018

CICERONE E L'ELLENIZZAZIONE DELL'EDUCAZIONE ROMANA

cicerone e l'ellenizzazione dell'educazione romana

Cicerone fu un politico e un filosofo, che influenzò la prosa latina. Egli volle creare un legame tra mos maiorum e la cultura greca. Con lui la paideia ellenica diventa la humanitas latina che si pone come nuovo modello educativo. Come educatore, Cicerone si concentra sulla  formazione dell'oratore ( le discipline fondamentali erano la letteratura, la filosofia e il diritto). Gli aspetti fondamentali erano:
- inventio, l'ideazione di un'orazione
- dispositio, l'ordine degli argomenti
- elocutio, l'uso di un linguaggio ricco
- memoria, la capacità di ricordare 
- actio, l'esposizione dell'oratore

 

CATONE E LA DIFESA DELLA TRADIZIONE CONTRO LA CRISI REPUBBLICANA

catone e la difesa della tradizione contro la crisi repubblicana

Dopo la seconda guerra punica la società romana romana cambia molto e si formano nuovi ceti che non condividono più il mos maiorum, pnendo al centro l'uomo con la sua individualità.
Anche l'educazione cambia: le famiglie affidano i loro figli ad uno schiavo o ad un pedagogus. Le femmine vengono affidate a un pedagogus per imparare il canto, la danza e la pittura, ma non appena si sposano passano dall'autorita del padre a quella del marito.
Il console marco Porcio Catone è ostile rispetto a questi cambiamenti e all'influenza greca. Resorta a recuperare il mos maiorum che vede il padre come l'educatore naturale dei propri figli, raccogliendo nei libri i suoi insegnamenti di agricoltura, medicina e retorica.
Catone valorizza anche la ritorica come virtù civica in stretto legame con l'etica e la politica.
Nella sua altra opera, il De agricoltura, contrappone il lavoro dei campi all'attività mercantile, affermando che l'oratore e il contadino potranno rendere di nuovo grande Roma, ma le raccomandazioni di Catone rimarranno inascoltate. 

L'EDUCAZIONE NELL'ANTICA ROMA

l'educazione romana dalle origini e il mos maiorum

 L'economia romana ha inizialmente un carattere prevalentemente agricolo, la sua società è dominata da un'aristocrazia di proprietari terrieri e prevalgono i  valori della casa e della famiglia. L'educazione avviene all'interno della famiglia e al sentimento a cui si viene educati è la pietas in quanto rispetto a tutti. Anche la religione èun componente fondamentale èper l'identità del gruppo.
Il mos maiorum è un insieme di valori ed è l'esempio che viene dagli antenati.
  • prima educatrice è la madre
  • dai sette anni l'educatore  è il pater familias che gli fornisce la prima alfabettizzazione, impara come amministrare un'azienda agricola e partecipare alla vita pubblica frequentando il foro
  • dai 15 anni per un anno si dedica al tirocinium fori, assolve il sevizio militare cominciando la sua carriera politica
Dal 451 a.C. vengono esposte nel foro dodici tavole contenenti le leggi fondamentali della città, riassumendo i valori del mos maiorum:
- rispetto della tradizione
-  rigore morale
- pietas, l'osservanza di regole etiche e religiose
- obbedienza alla legge basata sulla patria potestas. 

ISOCRATE, PLATONE, ARISTOTELE

ISOCRATE, PLATONE, ARISTOTELE

Platone segue la strada tracciata da Socrate in un progetto culturale. Nella Repubblica egli descrive uno stato ideale, guidato dai filosofi e prospetta un percorso educativo destinato ai migliori proveniente da ogni classe sociale. Lo sciopo dell'educazione è formare le tipologie di cittadini necessari allo Stato a partire dalle attitudini naturali di ognuno. Nelle leggi dove formula un progetto politico più concreto, Platone estende il suo programma educativo a tutti i cittadini.
 
In contrapposizione sia alla pretesa platonica di raggiungere la verità sia al progetto dei sofisti di insegnare una pura arte del discorso, Isocrate fonda una scuola nella quale vrngono trasmessi un ampio sapere enciclopedico e la retorica. Obiettivo di Isocrate è di formare uomini politici all'altezza della situazione, tanto abili dialetticamente quanto di saldi principi morali.

Al pari di Platone, Aristotele è sia un filosofo sia un insegnante e sia un teorico dell'educazione. Le sue riflessioni sull'educazione si sviluppano all'interno di una riflessione etico-politica, incentrata sul tema della felicità e le funzioni dello stato. Secondo Aristotele, infatti, l'educazione, a partire dai 7 anni, deve essere imparita della Stato., che si propone la perfetta formazione armonica dell'uomo, attraverso uno sviluppo fisico, intelletuale e morale.

I SOFISTI E LA NASCITA DELLA PAIDEIA

i sofisti e la nascita della paidèia

Il termine sofista (colui che usa il sapere) indica i primi insegnanti a pagamento degli aspiranti politici.
Essi intendono insegnare l'aretè politica, cioè la tecnica con cui un uomo politico può sostenere in pubblico le proprie tesi sconfiggendo quelle avversarie.
La nuova virtù è l'abilita dialettica e retorica, cioè l'arte del linguaggio.
Le  tecniche insegnate dai filosofi sono due:
  • la dialettica che consiste nel dialogo tra più interlocutori in cui ciascuno cerca di provare la validità delle sue posizioni,
  • la retorica che  consiste in lunghi discors con i quali persuadere un vasto auditorio.
Per poter battere l'avversario non bastano la dialettica e la retorica ma anche un vasto sapere.
Si gettano cosi le basi della paideia greca, un insegnamento il cui obbiettivo è la cultura generale.
I sofisti non identificano la conoscenza con la verità, anzi ritengono che non esiste alcuna verità assoluta. Per questo motivo i sofisti sono stati accusati di scetticismo, perchè affermavano che non si può conoscere niente con certezza e di sichilismo perchè affermavano che non esistono verità assolute.
Hanno però contribuito alla democratizzazione della politica e del sapere sostenendo l'importanza dell'istruzione e della cultura. Hanno posto l'uomo e la città al centro della loro attenzione filosofica e sono stati i primi insegnanti di profesione che si sono dedicati alla formazione dell'uomo politico.